Le analisi del report del Laboratorio futuro dell’Istituto Toniolo intitolato Un buco nero nella forza lavoro italiana «forniscono chiara evidenza di essere entrati, in questo decennio, in una fase in cui la crescita, oltre che frenata dal peso degli squilibri accumulati (invecchiamento della popolazione e debito pubblico), rischia di trovare anche meno spinta dalle classi centrali lavorative». A dirlo è il professore Alessandro Rosina dalle colonne del Sole 24 ore di venerdì 28 febbraio.
Per Rosina «se sulla demografia italiana attesa alla fine degli anni Venti proiettiamo l’Italia con le condizioni sociali ed economiche di oggi, otteniamo uno scenario che condanna alla definitiva marginalizzazione rispetto ai percorsi di crescita europea e mondiale. Avremo sempre meno giovani e sarà sempre più difficile investire sulla loro formazione avanzata e sull’allargamento delle opportunità di valorizzazione del loro capitale umano. Quelli più dinamici e preparati contribuiranno ad alimentare il motore dello sviluppo e dell’innovazione, ma tale motore sarà sempre più collocato oltre i nostri confini».
Per scongiurare questo quadro, secondo Rosina, serve urgentemente un piano strategico del Paese da realizzare nel corso di questi dieci anni che consenta all’attuale generazione dei «di compensare la propria debolezza quantitativa con un forte potenziamento qualitativo».
L’articolo è disponibile qui: Sole24ore_28feb20
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